sabato 18 aprile 2009

Minority through a lens




Prendi 7 baldi giovani europei, portali a Bruxelles, mettili davanti ad una macchina fotografica e ad una minoranza. Ecco cosa ne viene fuori.


I dubbi sul mondo dei rom c'erano, ed erano pure parecchi. Sono scomparsi gradualmente. A sostituirli sono stati punti interrogativi. Ma a quelli c'è sempre una soluzione. E allora abbiamo parlato con alcune persone che lottano ogni giorno con tutte le calde tematiche che vi ruotano attorno... o che ci sono dentro fino al collo.

Comicia Martin Demirovski, lavora per un parlamentare europeo a Bruxelles, la sua famiglia era rom e lui si sente profondamente rom. Critica aspramente i giornali, il loro linguaggio, i titoli e le bugie. Sconcertato da alcune situazioni in cui vivono i rom in varie parti d'Europa, se la prende - ovviamente - con l'Italia. Poco prima, infatti, era stato incendiato il campo rom nella provincia di Napoli, a Ponticelli, dalle poltrone del potere del nostro parlamento si levavano accesi dibattiti sulle classi separate per gli stranieri. Insomma...


Essendo l'unica rapprentante della nazione, quest'omone mi guardava e diceva "Ehhh, Berlusconi", e io "Ehhh, a me lo dici?!". Ma questa è un'altra storia...

Dopo le polemiche è Koen Geurts, un operatore e mediatore sociale, a spiegarci schiettamente contesto, superficialità e realtà rom: c'è chi segue i genitori che rubano (e ci riesce) e chi non vuole rubare, che studia e vuole qualcosa di più dalla vita (e non ci riesce). Ma loro non sono stranieri e quindi diversi? E allora perchè questa mi sembra di averla già sentita in Italia? Niente niente siamo tutti rom e non lo sapevamo?!


Con queste premesse siamo andati nelle loro scuole, nelle loro chiese, nelle loro case. Abbiamo provato a dare più di un semplice ritratto. A volte ci chiedavamo perché e spesso le loro risposte erano timidi sorrisi di ringraziamento o determinate spiegazioni del loro modo di vivere.


Noi ci siamo limitati a fare un forellino attraverso quella realtà che ci è data e quella sorta di chiusura che i rom usano come difesa. Ed è guardando attraverso quel buco che li abbiamo spiati...





Daniel e Luisa, appena usciti da scuola











Fuori la scuola. Contro ogni timidezza...





Dall'altra parte della strada qualcuno ci guarda con diffidenza








Stefanie, mediatrice e maestra dei bambini rom








Nella scuola con i più grandi





Elariu è un uomo che ha viaggiato molto. Nel suo paese, in Romania, è un politico importante.Sa parlare quasi tutte le nostre lingue. Quando ha saputo che ero italiana mi ha detto: "ahhh gli italiani! Brave persone, davvero buone. Sempre allegre... Rom e italiani sono uguali".









A chi non ha un indirizzo fisso la posta arriva qui, nelle organizzazioni no profit che si interessano delle comunità rom, dove lavora Koen. Per lo più si tratta di pubblicità religiosa.











Elariu ci ha portati a casa sua.
Ci ha fatto leggere alcuni documenti e giornali che parlavano di lui.
Ci ha fatto vedere persino i fogli di iscrizione alle elezioni. (Egocentrismo o paura del non credente???)




Sua moglie.
Elariu ci ha riempito la testa delle sue folli imprese. Un esempio?
Ha almeno sette amanti che hanno la metà dei suoi anni.
Però ci raccomanda: "non ditelo a mia moglie, eh!".





Conversazioni leggere...




I vicini di casa.
Un attimo fugace. Entriamo, il capofamiglia si assicura che non vengano fatte foto a lui. Un paio di scatti e poi via. Giusto il tempo di vedere un harem di figli mezzi dormienti.










In chiesa.
Una chiesa in cui si arriva con l'ascensore. In un appartamento. Prima, dopo e durante la cerimonia è... musica.




Alla fine della funzione c'è la preghiera che dicono tutti insieme. Prima era solo la guida della comunità che parlva per tutti. Ognuno la dice come vuole. Qualcuno la dice urlando, altri piangendo, altri annuiscono convinti. Quasi tutti ad occhi chiusi. Come in trance.







Alla fine della cerimonia il vecchietto seduto vicino la porta si alza. Sistema tutto su una sedia e vende cd di musica rom. (E ne vende eh!)

























Reportage for: European Youth Media Days, October 2008, Brussels.

Foto di: Thomas Alboth, Patrick Buck, Ambrus Havath, Antoine Le Roux, Monica Monté, Emiliana Pistillo, Inga Varslavova, Andrei.

1 commento:

  1. L'identità dei rom non è tanto diversa dalla nostra a quanto ho capito, e sarebbe bello se molte persone iniziassero ad interessarsi agli aspetti della vita e alle tradizioni delle etnie che esistono e vivono accanto alle nostre porte di casa. E questo articolo, insieme ai frammenti fotografici e alle riprese video, dà coscienza degli aspetti e dei disagi dei rom a chi non fosse affatto vicino a queste realtà esistenti e paradossalmente nascoste agli occhi e alle orecchie. Sarebbe auspicabile un gesto di impegno e di comprensione totale verso chi ha alle spalle una storia da essere rispettata attraverso un'apertura mentale che inizia soprattutto dal basso, con una lotta che deve vincere la paura del riconoscimento delle minoranze rom. Insomma è importante ed è solo lo zero assumersi la responsabilità e promuovere la garanzia a tutti degli stessi diritti senza ma.

    Angela

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