martedì 20 ottobre 2009

E' permesso?

Manifestazione contro il razzismo

Il 17 ottobre, più di 200.000 persone sono scese in piazza, a Roma, contro il razzismo e il pregiudizio per ogni diversità. Tanti personaggi noti nel corteo, tanti buoni propositi, tante accuse al pacchetto sicurezza, al Governo e ai media. E nell'aria... Gioia e rivoluzione.


venerdì 11 settembre 2009

Firenze, calci e pugni contro un gay aggredito nel giorno anti-omofobia


Picchiato davanti a un bar per omosessuali. Ha gli zigomi e il naso fratturati L'Arcigay: "Non dobbiamo aver paura. Serve isolare le frange violente"

FIRENZE - Era il giorno della manifestazione contro l'omofobia organizzata sull'Arno a Firenze. Nella notte, davanti ad un bar per gay, due giovani hanno pestato a sangue un omosessuale di 26 anni. "Brutto frocio - gli hanno gridato - prendi queste". E a suon di pugni, gli hanno fratturato entrambi gli zigomi e il naso.

E' accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì ma solo oggi l'Arcigay di Firenze ha reso pubblica la denuncia. "I genitori del ragazzo ferito non sapevano che il figlio era omosessuale. Ora però le cose sono chiare e abbiamo incaricato i nostri legali di presentare denuncia alla polizia". Ricoverato in ospedale, il giovane picchiato è stato operato mentre gli agenti hanno sequestrato i filmati ripresi dalle telecamere fisse vicino al locale in piazza Salvemini dove è avvenuta l'aggressione nella speranza di recuperare immagini utili per l'indagine.

"Quella sera - spiegano all'Arcigay Giglio Rosa - il nostro amico era in locale per omosessuali. Ha attaccato discorso con due giovani ma quelli l'hanno apostrofato con male parole. Brutto finocchio. Noi siamo etero, gli hanno detto. Il padrone del locale ha preferito buttare fuori quei due che però hanno giurato vendetta e all'uscita dal bar, alle tre di notte, hanno aggredito il nostro amico".

"Bisogna isolare le frange violente della città", dice l'Arcigay, e chiede "a tutta gli iscritti di non avere paura", ma gli omosessuali sono spaventati. Troppi episodi di intolleranza verso i gay in questi giorni per non credere in una recrudescenza omofoba. A Roma, dopo le coltellate e le bottigliate di "Svastichella" per un bacio omosessuale e le bombe incendiarie sul portone del locale che ospita "Muccassassina", la festa gay più famosa d'Italia, nella Gay Street della Capitale una settimana fa sono state lanciate due bombe carta contro un bar gay.

(11 settembre 2009 - Repubblica.it)

domenica 9 agosto 2009

I primi risultati della 94/2009 già dall’alba





I primi segni di questa legge cominciano già a vedersi. All’alba dell’8 agosto – data di entrata in vigore della legge 94/2009 – la Polizia di Frontiera di Ventimiglia ha operato i primi due fermi a seguito del controllo di due cittadini indiani, presso la stazione ferroviaria. I due, di circa 40 anni, erano in possesso di passaporti non in regola e senza permesso di soggiorno.



Dopo le procedure di rilievo fotodattiloscopico eseguite presso gli uffici della Polizia di Frontiera, sono stati posti a disposizione della Procura della Repubblica di Sanremo in base all’art. 6 c. 3 del decreto legislativo n. 286 del 1998, come modificato dalla nuova legge 94/2009 che ha inasprito fino ad un anno di arresto (in precedenza 6 mesi) ed euro 2.000 di ammenda (in precedenza 400) per lo straniero che non sia in possesso di documenti validi per la presenza sul territorio dello Stato.



Ma non finisce qui. I due sono stati accusati, dal Giudice di Pace, per il reato di clandestinità: “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato”, normato dalla legge del 15 luglio 2009, che prevede l’ammenda da 5.000 a 10.000 euro.I due cittadini indiani, che rimangono trattenuti presso gli Uffici della Polizia di Frontiera, verranno espulsi dall’Italia con accompagnamento degli stessi Agenti all’aeroporto di Malpensa per volo diretto a Nuova Delhi.

Due giorni prima, invece, il 6 agosto, una clandestina che non riusciva a regolarizzarsi si è uccisa buttandosi nel fiume Brembo a Ponte San Pietro, nella provincia di Bergamo. Si chiamava Fatima Aitcardi, aveva 27 anni. Era marocchina.

>>>>>>>>>>>>>>>>... eh beh...


Trovate questo post anche qui.

Diversamente immigr-abili: ecco cosa significa la legge 94/2009




Ieri è entrata in vigore la legge 94/2009, l’ultima versione rivista ed aggiornata del pacchetto sicurezza. “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” è quello che si legge nella parte alta del testo della legge. E se gli errori materiali ancora non si vedono, quelli di battitura sono ben evidenti già dopo 9 parole del primo articolo.





Art. I.1. La disposizione di cui all'articolo 61,numero ll-bis), del codice
penale si intende riferita ai cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione
Europea e agli apolidi.





Ma non cominciamo a fare subito i disfattisti… almeno capiamo prima a cosa porterà questa new entry nella regolamentazione della nostra cara diversità.

Si tratta di un provvedimento che riforma molti articoli del codice penale introducendo nuovi reati e reintroducendone di vecchi. Dobbiamo dire che, tra i rimandi continui dei comma, non è la cosa più facile del mondo leggere questa legge – come tutte del resto – ma ci abbiamo provato.






Il testo fa finta di girare intorno a diverse mosse nei confronti della pubblica sicurezza: rafforza azioni nella prevenzione di infiltrazioni mafiose (tra le modifiche al 41bis, l’innalzamento da un anno a 4 anni della durata del provvedimento di regime carcerario speciale) e prevede che si stabiliscano le caratteristiche tecniche delle bombolette antiaggressione. Se non bastasse tutto ciò per farci sentire più sicuri, sentendo parlare di requisiti e apposita iscrizione ad un albo dei buttafuori (un albo dei buttafuori?!!?) ci sentiremo tutti meglio. Decisamente.



Sempre per la nostra sicurezza è la norma che prevede fino a 3 anni di reclusione per chi impiega minori per l’accattonaggio (ancora non c’era?!?!). E non può mancare la sicurezza che deriva dall’inasprimento delle pene per chi imbratta o danneggia immobili pubblici o privati. Ci sentiremo tutti più sicuri quando il tizio che ha fatto il murales per L’Aquila sulla Prenestina si starà facendo i suoi “da 1 a 6 mesi di reclusione”.



Avranno qualcosa da ridire quelli dei campi nomadi, ma anche i negozianti che espongono la loro merce espandendosi un po’ troppo sui marciapiedi, con quello che, della legge, riguarda l’occupazione abusiva del suolo pubblico.

E questa era quella parte della legge che le ha evitato di chiamarsi “legge buttafuori l’immigrato”. Ora arriva il meglio!



Passiamo a quella parte della legge che piace di più ai nostri cari concittadini e che gli permetterà di sentirsi talmente al sicuro da fare come in quei film americani in cui si lasciano sempre tutte le porte aperte.


Eccone i punti principali:







Clandestinità= reato




- Chi entra o soggiorna in maniera illegale in Italia commette il reato di immigrazione clandestina e rischia un’ammenda da 5 mila a 10 mila euro. Non è dunque previsto il carcere, ma non è neanche possibile applicare l’articolo 162 del codice penale (Oblazione nelle contravvenzioni), perciò il pagamento di una somma di denaro non estingue il reato.


I clandestini sono sottoposti a processo davanti al giudice di pace con espulsione per direttissima. Prima di essere espulso, con accompagnamento alla frontiera da parte del questore, l’immigrato irregolare viene portato in un Centro di Identificazione all’interno del quale può restare per un periodo di tempo non superiore ai 180 giorni (prima erano 60 giorni). A questo punto possono accadere due cose: in caso di mancata cooperazione al rimpatrio da parte del paese terzo interessato o in caso di ritardi per acquisire la documentazione necessaria , il questore può chiedere una prima proroga di 60 giorni, cui se ne può aggiungere una seconda (arrivando ad una “permanenza” di ben 10 mesi!). Oppure può succedere che non sia stato possibile trattenere lo straniero in un Centro di Identificazione, ad esempio per mancanza di posti liberi, o che non si sia riusciti ad identificarlo nei 180 giorni previsti. In questo caso “il questore ordina allo straniero di lasciare il territorio dello Stato entro il termine di cinque giorni“. L’immigrato che, trascorsi i cinque giorni, rimane sul territorio italiano rischia grosso perché è punito con la reclusione da uno a quattro anni.



E mi chiedo: se sei un immigrato, lo sei perché non hai soldi e sei venuto a cercare lavoro. Ma se ti chiudono per sei mesi in un Cie si suppone che in quei 6 mesi non lavori. Quindi non guadagni. Quindi hai meno soldi di quanto (già pochi) ne avevi nel momento in cui sei stato processato. E in quei 5 giorni…. Come fai a trovare i soldi per comprare un biglietto di ritorno nella tua terra natìa?!



- Cade il divieto di espulsione per i conviventi con parenti italiani di terzo e quarto grado;



- Aggravante. Rappresenta un aggravante per qualsiasi tipologia di reato, l’essere presente illegalmente sul territorio italiano. Illegalmente significa senza un documento, permesso di soggiorno, che attesti la regolare presenza dello straniero.




Ingresso & permesso di soggiorno= entra se ci riesci…



- Permesso di soggiorno a punti. Al momento della domanda di rilascio del permesso di soggiorno, lo straniero dovrà obbligatoriamente stipulare il cosiddetto “accordo di integrazione”, con il quale sottoscrive specifici obiettivi che si impegna a conseguire durante il periodo di validità del permesso stesso. E’ articolato su crediti conseguibili per specifici obiettivi di integrazione in tutto l’arco temporale di validità del titolo di soggiorno richiesto. L’accordo sarà articolato su un numero di crediti e la perdita dei quali comporta la revoca del titolo di soggiorno, con conseguente espulsione parte del questore con accompagnamento alle frontiere da parte della forza pubblica. Un regolamento governativo che entrerà in vigore entro 180 giorni dalla disposizione, definirà i criteri e le procedure per la sottoscrizione dell’accordo.

- Per la concessione del permesso di soggiorno dovranno essere prese in considerazione anche le condanne non definitive;



- Gli immigrati dovranno pagare un contributo di soggiorno: l’importo va da un minimo di 80 a un massimo di 200 euro. Si pagherà per il rinnovo del permesso di soggiorno ma non se questo è per asilo e per la richiesta di asilo, per la protezione sussidiaria e per motivi umanitari;



- Si applica la pena della reclusione da sei mesi ad un anno se l’espulsione è stata disposta di conseguenza alla scadenza, da più di 60, del permesso di soggiorno (e di cui non è stato richiesto il rinnovo o quando la richiesta del titolo di soggiorno sia stata rifiutata); anche il rifiuto di esibire i documenti (di identificazione e di soggiorno) agli agenti di pubblica sicurezza ha come risultato l’arresto fino ad un anno e un’ammenda fino a 2.000 euro.






Immigrati & famiglia= nulla osta… a parte i nulla osta!



- Lo straniero che sposa un cittadino italiano può acquisire la cittadinanza italiana due anni dopo il matrimonio se risiede legalmente nel nostro Paese oppure dopo tre anni se residente all’estero. Tempi dimezzati in presenza di figli. Per potersi sposare con un italiano lo straniero deve presentare all’ufficiale dello stato civile, oltre al nulla osta del Paese di provenienza, anche il permesso di soggiorno. Più facili invece i matrimoni con le musulmane che risiedono regolarmente in Italia: non sarà necessario che la sposa ottenga il nulla osta dal Paese di provenienza, basterà un’autocertificazione alla quale sia allegato un documento dell’ambasciata italiana o del consolato nel paese di provenienza.



- Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari si aggiunge al certificato di idoneità alloggiativa quello igienico-sanitario (in precedenza era richiesto alternativamente il certificato rilasciato dal Comune o dall’ASL locale) entrambi rilasciati dai competenti uffici comunali. Si prevede quindi ipoteticamente l’emanazione di appositi regolamenti per l’individuazione dei criteri con conseguente arbitrarietà delle amministrazioni nella decisione;



- Non sarà più possibile richiedere il visto di’ingresso, per il ricongiungimento familiare, se il nulla osta non verrà rilasciato dopo 180 giorni dal perfezionamento della pratica. (Pure!)







Contrastare l’immigrazione clandestina = puniamo chi li aiuta, silenzio su chi li sfrutta



- La legge ha pensato anche a facilitare la denuncia da parte dei cittadini italiani. Infatti “chiunque a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio ovvero cede, anche in locazione, un immobile ad uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni“. Inoltre “chiunque promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa di 15.000 euro per ogni persona“.

- Money transfer. Gli agenti che si occupano dei servizi di money transfer acquisiscono e conservano per dieci anni il permesso di soggiorno dell’extracomunitario che richiede il trasferimento di denaro. In caso di mancanza di tale documento gli agenti dovranno denunciare lo straniero entro dodici ore, pena la cancellazione dall’elenco degli agenti in attività finanziaria.
Non vedrà aggravata la sua situazione chi, nello sfruttamento di situazioni di soggiorno irregolare, trarrà un ingiusto profitto (come l’ impiego di lavoratori irregolari sottopagati)





Senza tetto & anagrafe




– Le persone senza fissa dimora dovranno essere schedati in un apposito registro istituito presso il Viminale e la registrazione dovrà avvenire entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge. “La persona stessa, al momento della richiesta di iscrizione, è tenuta a fornire all’ufficio di anagrafe gli elementi necessari allo svolgimento degli accertamenti atti a stabilire l’effettiva sussistenza del domicilio. In mancanza del domicilio, si considera residente nel comune di nascita”



- “l’iscrizione e la richiesta di variazione anagrafica sono subordinate alla verifica da parte dei competenti uffici comunali delle condizioni igienico-sanitarie dell’immobile”. - Cancellata la norma sui presidi e sui medici spia, resta nel testo l’obbligo di esibire agli uffici della pubblica amministrazione il permesso di soggiorno non solo ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse ma anche per i provvedimenti inerenti agli atti di stato civile o all’accesso ai pubblici servizi. Con questa norma, accusa l’opposizione, sarà impossibile per i figli dei clandestini essere iscritti all’anagrafe.






E dulcis in fundo, signori e signore, le ronde!



Udite udite: “I sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale [...] I sindaci si avvalgono, in via prioritaria, di quelle costituite tra gli appartenenti, in congedo, alle Forze dell’ordine, alle Forze armate e agli altri Corpi dello Stato [...] Le associazioni sono iscritte in apposito elenco tenuto a cura del prefetto, previa verifica da parte dello stesso”. E tra 60 giorni il Ministero dell’Interno ci farà sapere quali sono i requisiti d’iscrizione nell’elenco… wow…

Per chi volesse, ecco il testo: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/sicurezza_legge/legge_15_luglio_2009_n.94.pdf

sabato 1 agosto 2009

Guardiani dell'informazione

I Guardiani della Rivoluzione controllano i mezzi di comunicazione, ma il web non ci sta. Ecco come vive e si nutre la cyber-rivoluzione iraniana.



Whenever he gets released, he will write here on his website.Mohammad Ali Abtahi, vice presidente durante la presidenza di Mr. Khatami e consulente di Mr. Karroubi nell’elezione presidenziale, oggi (martedì) è stato arrestato. Una volta rilasciato scriverà sul suo sito”. Questo è quanto è possibile leggere in uno dei tanti blog costretti al silenzio forzato: in prigione non ci sono computer. Abtahi in Iran è definito “The Blogging Mullah”.

Il blog-fai-da-te. In Iran il termine blogging si accosta magnificamente ad ogni cosa. Quando rimane l’unico mezzo. Hossein Derakhshan è uno dei primi blogger iraniani. Nel 2000 decise di scrivere una semplice guida in persiano per aiutare gli altri a creare e organizzare il proprio blog. Sette mesi dopo i blog in persiano erano più di 1.200, di cui la maggior parte scritti da donne. Tutto comincia da lì.


Se non fosse per i blog, il mondo - con i suoi giornalisti rinchiusi negli hotel di Tehran o rimandati a casa - rimarrebbe totalmente al di fuori di questi eventi scioccanti. Il che, osservato con gli occhi cinici di uno studioso dei media, non risulterebbe altro che come una totale rivincita del blog, di internet, e del blogger in particolare: di colui che ha sempre aspirato ad imporsi nell’informazione indipendente e libera, ma che è sempre stato soppiantato - in autorevolezza - dei media più attempati. Ora i media in Iran non ci sono. E i media internazionali, nel panico da vuoto di notizie di agenzia, che fanno? Fanno diventare notizie le uniche informazioni che gli giungono! O meglio, diventano notizia le fonti.

Diventa “notizia” il blog iraniano. E gli articoli dei media occidentali si riempiono di dichiarazioni tratte dai blog. Nonostante siano quasi 10 anni che l’Iran è tra i Paesi con il più alto numero di blog. Diventano notizie i social network, Twitter e Facebook. Nonostante sia da anni il contenitore delle rivendicazioni “cinguettate” silenziosamente.



(www.flickr.com/photos/arasmus)


Where is my…blogger? Mentre in queste ore il Basiji (i volontari della milizia islamica) fa irruzione nelle case e brucia le auto per le strade per creare un clima di terrore, sono più di 2.000 gli iraniani arrestati e centinaia quelli scomparsi secondo la Federazione Internazionale dei Diritti Umani. Reporter senza Frontiere al 20 giugno registrava 59 tra blogger e giornalisti che avevano lasciato le tastiere dei loro pc. Il numero più alto al mondo, più alto addirittura della Cina e di Cuba.

Her name was Neda. Tra gli scomparsi, un volto è diventato il simbolo di questa “rivolta silenziosa”: Neda. La studentessa di filosofia uccisa mentre camminava nel corteo con suo padre. Una morte in mondo-visione. Una morte che su You Tube è stata osservata secondo per secondo almeno da 68.000 utenti.

Non solo, quindi, il simbolo è la morte (ci sono altri casi di ragazzi uccisi, sul web) ma è donna. Una donna che era stata fin troppo al suo posto, celata non dal velo, ma dal muro di ipocrisia che la faceva diventare una metà figurante dell’uomo. Come Neda, tra le fila delle dimostrazioni di questi giorni sono molte le donne presenti nelle strade contro la frode delle elezioni. Per le donne iraniane la definitiva vittoria di Ahmadinejad significa dire addio ai diritti di eguaglianza per cui lottano da anni.

Mir. Hossein Mousavi, aveva promesso di riformare le leggi sul trattamento ingiusto delle donne. Per come stanno le cose ora, una donna iraniana che testimonia in una corte ha un’importanza che è solo la metà di quella di un uomo. Le donne non hanno un divorzio equo, la custodia dei bambini e nemmeno i diritti di eredità. Ecco perché Mousavi è popolare tra molte elettrici, e sua moglie Zahra Rahnavard è probabile che abbia anche più fan. È stata rettore, apprezzata dalle folle negli eventi politici, in cui è tutto meno che invisibile: non ha mai avuto paura di parlare delle proprie idee sui diritti delle donne iraniane.

Donne indipendenti. Sul Feminist School si legge che “Tajrish sq. Emamzadeh Saleh (un santuario a nord di Tehran) e il memorabile Tajrish Bazaar hanno ospitato i membri volontari del Movimento di coalizione delle donne”. Esse hanno entusiasticamente richiesto una presenza indipendente per le donne nello spazio elettorale della città. Il loro slogan era: “Votiamo per i Diritti delle Donne.” Obiettivo primario è che le autorità iraniane mettano fine a tutte le leggi discriminatorie contro le donne.

Campagne e siti proibiti. Sussan Tahmasebi, attivista dei Diritti delle donne scrive su NPR: “La questione dei diritti delle donne è il maggior argomento di queste elezioni e segna la prima volta l’ingresso, specificamente indirizzato e nel dettaglio, della riforma dei diritti delle donne in un’elezione. Nel 2008 il governo conservatore iraniano propose una tassa sull’accomodamento prenuziale per ridurre il peso finanziario sugli uomini, contro cui molti leader della “One Million Signature Campaign” (dichiarata illegale da Ahmadinejad) hanno lavorato a lungo. Nel settembre 2008 la carta per la tassa ritorna al consiglio legislativo, citando il problematico immischiarsi del governo nei contratti privati. Tuttavia la primaria opposizione alla carta del governo venne dalla percepita promozione della poligamia. La poligamia e la tassa prevista furono rimosse dalla carta che è passata il 9 settembre. Dopo la vittoria con la carta del matrimonio nel settembre 2008, una corte condannò alla detenzione quattro donne, tutte coinvolte nella “One Million Signatures Campaign”, per aver dato il loro contributo su siti proibiti. Furono identificate come Mariam Hossein-khah, Nahid Keshavarz, Jelveh Javaheri and Parvin Ardalan”.








(www.flickr.com/photos/forleen)






Donne e blog non è come donne e motori, ma ha lo stesso un alto tasso di pericolosità. Basta osservare la lista delle blogger e giornaliste arrestate (in fondo al testo). Anche se da uno studio condotto da Maryam Kiani presso l’Allameh Tabatabai University di Tehran, è risultato che tra le categorie in cui è possibile dividere i blog delle donne iraniane emergono soprattutto (per il 74%) “giornali personali” sui pensieri e sentimenti del blogger, mentre, solo per il 14%, i blog “filtri” di cui i contenuti sono esterni al blogger trattando di eventi e notizie.

Gli argomenti trattati dai blog al femminile sono soprattutto letteratura, argomenti psicologici, sociale e, infine, sesso e cultura. La politica è quasi del tutto assente. Lo studio sottolinea che i blog che parlano di politica hanno più di 2 anni e non esiste alcun blog su questo argomento che abbia meno di un anno. E la cosa è giustificata dalla studiosa così: “le donne che scrivono di recente sui blog hanno altri interessi e scrivere seriamente sugli affari politici correnti non è la loro priorità”. Pessimista sulla loro volontà di cambiare regole e tradizioni della società iraniana chiedendo uguali diritti, la Kiani pone la tesi che le donne iraniane chiedano piuttosto uguali opportunità nella sfera privata.

Questione di blog. La dottoressa Kiani ha effettuato uno studio su 124 blog di donne iraniane tra gennaio e marzo del 2008, ma la piattaforma per blogger su cui ha effettuato la ricerca, i più comuni Blogfa and PersianBlog, sono quelli tenuti più sottocontrollo dalla censura iraniana. Un particolare che la ricercatrice non avrebbe di certo dovuto omettere.

Il Weblogistan ha rappresentato un punto di svolta per far emergere innanzitutto i problemi intimi delle donne, quelli che erano tabu, ma quando la censura si è fatta più forte i blog sono serviti a creare reti. Reti attraverso cui intrappolare la realtà, bloccarla e cambiarla. In una rete un aiuto arriva da tutti i fili. Come quello del Centro di Astronomia di Toruń (Polonia) che in una decina di pagine zeppe di numeri e logaritmi riesce a spiegare le anomalie nel voto dell’elezioni iraniane.




Uno studio pubblicato il 5 aprile 2008 dall’Harvard University sull’influenza di internet nelle democrazie (Internet and Democracy) aveva dimostrato che la blogosfera iraniana è la piattaforma di comunicazione pubblica più aperta per il discorso politico. La ricerca ha indicato che in questo immenso spazio di discussione, fatto di approssimativamente 60.000 aggiornamenti abituali, dominano quattro maggiori formazioni di network, o poli, divisibili ancora in sub-cluster di blogger:

1) Laico/riformista
2)Conservatore/religioso
3) Poesia e letteratura persiana
4) Reti miste

Il polo Laico/riformista contiene sia espatriati che iraniani legati al dialogo sulle politiche iraniane. Il polo conservatore/religioso contiene tre distinti sotto-classi, due focalizzati principalmente su argomenti religiosi e uno sui affari attuali e politici.

Gli studiosi dell’Harvard sono rimasti stupiti del fatto che nonostante l’alto tasso di arresti e persecuzioni dei blogger, si trovassero tante aperte contestazioni sulla blogosfera – per la maggior parte di persone che vivono in Iran – ma che, soprattutto, solo una piccola minoranza di questi si esprima in forma anonima, anche in quei discorsi più politicamente schierati. È più comune, invece, tra i blogger conservatori/religiosi “bloggare” in anonimo.

Blogosfera control resistant. In definitiva la blogosfera iraniana ha un’architettura peer-to peer più resistente a catture o controlli da parte dello Stato rispetto a quell’architettura vecchia, mozza e parlata del modello mass-mediale. Ecco spiegato perché dal 12 giugno, dalle elezioni presidenziali, i media tradizionali non sono arrivati ultimi suoi fatti iraniani: non hanno fatto proprio numero.

Parafrasando la prima tesi del Cluetrain Manifesto del 1999 potremmo dire che “le rivoluzioni sono conversazioni”. E se lo Stato blocca la telefonia, le conversazioni sono su Facebook, su Twitter, sui blog.

I Guardiani della Rivoluzione hanno puntato bene il loro mirino. Sbarazzandosi prima della stampa estera e cominciando poi la repressione interna. Prima spacciando i siti che lanciano il movimento di Mousavi come “sponsorizzazioni supportate finanziariamente e tecnicamente dalle aziende canadesi e statunitensi, appoggiate dai servizi di intelligenze Usa e britannico”, poi - con l’appoggio della magistratura - si è giunti ad annunciare l’applicazione della pena di morte per chi provoca di disordini.

Tanti sono i metodi per eludere i Guardiani: dai siti web appositamente creati per permettere di aggiornare automaticamente pagine di cui è importante avere informazioni dell’ultimo minuto; link a istruzioni per mandare e-mail anonime; software che permettono di comunicare su network anonimi.





(www.flickr.com/photos/till)




La censura sovrasta giornali, siti, alcune piattaforme di blog, i social network sono piene di infiltrazioni, le comunicazioni telefoniche sono impossibili in alcune aree. Ma ora la situazione peggiora perché anche i blog che riescono a sfuggire non possono operare: ad essere tagliata di tanto in tanto è anche l’elettricità. O perché i blogger hanno le mani impegnate dalle manette.

Lacrime di coccodrillo. In quello che Reza Pahlavi, tra una lacrima e un bicchiere d’acqua, chiama un “brutto momento di mancanza di rispetto sia verso Dio che verso l’uomo”(“ …The citizens of Iran will not stand it. And at the end, he will not stand”), chi detiene l’informazione sono i Guardiani, ma non della Rivoluzione…

Come dice uno spot, divulgato dal broadcast di servizio pubblico del Ministero dell’Intelligence iraniano, negli schermi già da febbraio: “Siamo i guardiani della vostra informazione”.
E si vede.











Fonti: The Huffington Post, Reporter Senza Frontiere, Twitter, npr.org

martedì 14 luglio 2009

Oggi sciopero

14 luglio 2009Primo Sciopero Italiano dei Bloggercontro la legge “ammazza internet"

Qualche volta anche il sindacato dei giornalisti ne imbrocca una, e tra queste c’è la decisione di fare un giorno di silenzio dell’informazione il 14 luglio contro la legge bavaglio sulle intercettazioni: quella fortemente voluta da Berlusconi e fortemente gradita da criminali di ogni sorta (specie quelli della finanza). Il ridicolo obbligo di rettifica inserito nel decreto medesimo andrà a colpire e a soffocare chi blogga, chi twitta, chi immette contenuti nei siti di condivisione e via dicendo. Guido Scorza, che insegna informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie, parla senza giri di parole di «una legge ammazza-internet».Una giornata di silenzio dei blogger, per protestare insieme ai giornalisti, credo che sarebbe un bellissimo segno. Senza dire che il primo “sciopero dei blog” avrebbe un impatto mediatico straordinario - forse perfino superiore a quello dei professionisti. Il primo videoblogger a gettare la spugna è FreedomAndDemocracy. Dopo 1445 video pubblicati in quasi due anni, ha deciso di chiudere il suo canale YouTube. «Il rischio è che dal punto di vista economico sei danneggiato».Bloggers e Bloggerini, siamo tutti sulla stessa barca, affrettiamoci compatti ad aderire all’iniziativa prima che non ci possa essere più un iniziativa libera. Questo è il link di Repubblica – L’Espresso Blog, dove c’è la lista dei Blogs che già partecipano, fra cui questo Blog, ByoBlu e molti altri…
14 luglio 2009Primo Sciopero Italiano dei Bloggercontro la legge “ammazza internet “

Qualche volta anche il sindacato dei giornalisti ne imbrocca una, e tra queste c’è la decisione di fare un giorno di silenzio dell’informazione il 14 luglio contro la legge bavaglio sulle intercettazioni: quella fortemente voluta da Berlusconi e fortemente gradita da criminali di ogni sorta (specie quelli della finanza). Il ridicolo obbligo di rettifica inserito nel decreto medesimo andrà a colpire e a soffocare chi blogga, chi twitta, chi immette contenuti nei siti di condivisione e via dicendo. Guido Scorza, che insegna informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie, parla senza giri di parole di «una legge ammazza-internet».Una giornata di silenzio dei blogger, per protestare insieme ai giornalisti, credo che sarebbe un bellissimo segno. Senza dire che il primo “sciopero dei blog” avrebbe un impatto mediatico straordinario - forse perfino superiore a quello dei professionisti. Il primo videoblogger a gettare la spugna è FreedomAndDemocracy. Dopo 1445 video pubblicati in quasi due anni, ha deciso di chiudere il suo canale YouTube. «Il rischio è che dal punto di vista economico sei danneggiato».Bloggers e Bloggerini, siamo tutti sulla stessa barca, affrettiamoci compatti ad aderire all’iniziativa prima che non ci possa essere più un iniziativa libera. Questo è il link di Repubblica – L’Espresso Blog, dove c’è la lista dei Blogs che già partecipano, fra cui questo Blog, ByoBlu e molti altri…

Lista Adesioni 14 Luglio: Il Bavaglio
Come si partecipa? si postano messaggi sul tema - a piacere, in abbondanza - da qui al 14 luglio, sui propri blog e su tutte le piattaforme esistenti per far più casino possibile; infine il 14 luglio si posta sul proprio blog solo il banner contro il decreto Alfano. Probabilmente uscirà un articolo su una grande testata che descrive lo sciopero.

mercoledì 17 giugno 2009

Dissuasioni musicali

States: cd contro l'immigrazione clandestina



Negli Usa sporcarsi le mani è roba vecchia. Immigrazione clandestina dalle frontiere del sud? Prigionieri che non parlano e non aiutano la Cia? Ci sono metodi molto più trendy: compilation ai media, Springsteen ai detenuti.



C’era una volta la frontiera. Quella che portava agli States. C’erano gli immigrati messicani che dal sud cercavano di andare a nord. C’erano immigrati clandestini che, invece di fare il percorso in barcone (come siamo abituati a vedere nel Mediterraneo), attraversavano il deserto con mezzi di fortuna o con l’aiuto di narcotrafficanti. C’era (più di) una volta la morte. Nel 2005 sono arrivate a 492 il numero delle bare che hanno ripercorso all’indietro la traversata del confine.

La soluzione del governo americano? Un Cd. Una compilation, la “Migra Corridor”, con 5 tracce create per dissuadere i “migras” messicani dal fare la letale traversata verso la libertà. 5 ballate di narrativa messicana popolare che affondano le radici nella Spagna medievale: quel genere di canzoni a cui i messicani e le comunità messico-americane sono molto legate.

Alla modica cifra di 3,8 bilioni di dollari (poco meno di 3 miliardi di euro), l’Iniziativa di Sicurezza della Frontiera ha così finanziato la rielaborazione dei brani. Complici radio e televisioni messicane che hanno trasmesso le canzoni facendole passare come annunci di servizio pubblico. Il cervello di tutto è Elevacion, un’impresa pubblicitaria specializzata nei target per il mercato latino, che ha provveduto a scrivere, registrare e distribuire l’album in modi non proprio trasparenti. Pablo Iziquierdo, vice presidente di Elevacion, ha spiegato al The Guardian “quando abbiamo contattato i media messicani l’abbiamo presentato (il Cd) come una campagna umanitaria. Non abbiamo detto chi c’era dietro perché le ricerche sui consumatori avevano indicato che non sarebbe stato ben accolto”. Quindi si è preferito far pensare che ci fosse il governo messicano dietro: “L’ultima cosa che volevamo era metterci su un ‘pagato dagli Usa’. L’importante è che se abbiamo spinto le persone a pensarci due volte, abbiamo avuto successo” ha detto Jimmy Learned, il presidente di Elevacion.

La novità degli Usa, da sempre portatori di mode e trend, è nel far entrare il messaggio in una dimensione – la musica – che è sempre stata tramite di idee, di banalità, di verità o semplicemente di storie orecchiabili. Ma mai di iniziative di propaganda dello Stato (anche se un’eccezione può essere fatta se pensiamo alle presidenziali del 2008, con le apposite canzoni di sostegno ai candidati Obama e McCain).

Subdola. Strategica. Apparentemente innocua. Eppure efficace. Il Cd in uscita tra maggio e giugno 2009 è il secondo. Un progetto del genere è stato avviato nel 2006. I Cd erano stati inviati alle stazioni radio del Messico, di El Salvador, del Guatemala e della Repubblica Dominicana, in accordo con Arizona Family e l’Associated Press. In particolare in Messico i Cd erano stati diretti ai sei Stati che, secondo le ricerche della Elevacion, registravano il maggior numero di migranti che partivano per la frontiera: Zacatecas, Michoacan, Guanajuato, Guerrero, Jalisco e Chiapas.

Inizialmente erano solo segmenti di canzoni, poi gli ascoltatori hanno cominciato a richiedere alle radio di ascoltare le versioni intere. Tra i funzionari del “Border Patrol” si parla di diminuzione nelle morti e nei salvataggi lungo il confine meridionale: 492 morti nel 2005 e 390 nel 2008, 2.550 persone in pessime condizioni salvate sul confine nel 2005 e 1.263 nel 2008.

I testi delle canzoni sono decisamente diretti. Eccone alcuni esempi:


“Abelardo aprì i suoi occhi, e nel mezzo della fredda notte, trovò suo cugino morto accanto a lui” (El Mas Grande Enemigo)

“Prima che tu attraversi il confine, ricorda che puoi essere lo stesso un uomo tirandoti indietro e restando. Perché è meglio tenersi la vita che arrivare alla morte”. (Veinte Años)

“Mi mise in un rimorchio, lì condivisi i miei dolori con 40 immigrati clandestini. Non mi avevano mai detto che sarebbe stato un viaggio verso l’inferno” (El Respeto)


Non dimentichiamo Guantanamo: dal 2003 la musica è usata come forma di tortura psicologica sui detenuti. Lo scorso dicembre Reprive – un’associazione per i diritti dell’uomo che offre sostegno legale ai detenuti di Guantanamo – aveva avviato un’iniziativa, Zero dB, per porre fine alle torture psicologiche che usano la musica come arma. L’iniziativa aveva avuto grandi nomi a suo sostegno, da Bruce Springsteen ai Rage Against the Machine e i Massive Attack.

Qualche nome delle canzoni più in voga tra le torture? “White America” e “Slim Shady” di Eminem, “Enter Sandman” dei Metallica, “Born in the Usa” di Bruce Springsteen, “Hell’s Bells” degli AC/DC, e ancora Aerosmith, Limp Bizkit e Prince. E se ascoltare alla lunga “We are the champions” non sembra troppo un dramma detta così, pensate a cosa dev’essere ascoltare anche solo una volta, per intero, una canzone di Britney Spears (anche lei nella lista nera con Christina Aguilera e i Bee Gees)… Meno male che negli Usa non è arrivata Arisa!

Vietato da Onu e dalla Corte europea dei diritti umani, l’uso della musica ad alto volume nelle interrogatori continua ad essere selvaggiamente usato. Impossibile non farsi venire in mente alcune scene di “Apocalyps Now”... Più o meno 20 anni fa a Panama, e non in un film, già venivano usate le canzoni dei Guns N’Roses e di Elvis Presley a tutto volume per spingere l’allora leader Manuel Norriega a dimettersi.

Non restano segni. Lo dimostrano diversi detenuti di Guantanamo come Binyam Mohamed che, dopo 18 mesi di tortura in una prigione segreta del Marocco, racconta a Reprieve: “Molti perdevano la testa. Potevo sentire gente che picchiava la testa contro muri e porte, gridando di non farcela più”.

E se Maroni considerasse i metodi statunitensi? Ce ne accorgeremmo da un Pappalardo a tutto volume nei Centri di Identificazione ed Espulsione (o direttamente nelle radio) che canta: “Ci siaaaamo… Noi non torniaaaamo”…


Fonti: Arizona Family, The Washington Post, The Guardian, Reprive

domenica 24 maggio 2009

Ridiamoci su...

Ma facciamoci due risate và!


Padre Andreas e due immigrati da ospitare.




Andrea Rivera da "Parla con me" del 21/05/2009.

E tu, sai cosa dicevano degli italiani?




Stralcio della puntata del 12 maggio 2009 di "Parla con me", ospite in studio Laura Boldrini, portavoce per l'Italia dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Bella storia, eh?

sabato 16 maggio 2009

Italia Vs il resto del mondo

Dall'aprile 2009: le violenze sugli immigrati dall'apertura di questo blog



Mentre io aprivo il blog, mi ingarbugliavo nell'html e sparavo boiate... queste persone capivano di essere diverse...







Visualizza Violenze su immigrati dall'apertura di questo blog (aprile 2009) in una mappa di dimensioni maggiori

venerdì 15 maggio 2009

L’esempio dell’Italia: anche Malta contro Ginevra





Un commento dall'esterno.
Scritto da Amerigo Miraglia.

Dopo l’episodio italiano sul respingimento di 227 immigrati anche l’isola di Malta non si fa attendere. Infatti l’11 maggio la storia si è ripetuta.

La nave Spica della Marina Militare italiana aveva recuperato, a circa 70 miglia a sud di Lampedusa, 69 migranti (tra cui 16 donne). In acque di competenza maltese, però, è stata respinta.


Malta è uno stato dell’Europa Meridionale che solo nel 2004 è diventato membro dell’Unione Europea. Sarà che essendo un membro “giovane” ancora non sapeva dell’esistenza delle Convenzioni di Ginevra?


Mah, fingiamo di credere che sia così. Ma la cosa curiosa è che Malta è una delle nazioni a più alta percentuale di cattolici del mondo con ben il 98% degli abitanti e il 52.6% pratica attivamente la religione.

C’è da chiedersi come mai di tanti cattolici, tutti concentrati in una sola isola, nessuno sia stato toccato dalla “misericordia” di aiutare quelle persone…

I diritti umanitari internazionali dovrebbero essere garantiti da tutte quelle nazioni che hanno aderito alla convenzione di Ginevra. Per non parlare del fatto che, politica a parte, non credo ci sia un modo peggiore che trattare quelle persone come fossero materiale di risulta che in qualche modo va smaltito. “Ma non da noi. Non nella nostra cara e felice terra incontaminata” sembra che pensino.


Qui non si tratta di capire chi non ha rispettato cosa. Il punto sta nel dare un valore a persone che viaggiano con la speranza di uscire dall’inferno da cui provengono. Persone che fanno il sacrificio di racimolare attorno ai 2.000 euro per essere trasportati come carne da macello in barconi malandati. Nel frattempo noi, quelli della società bene, quei soldi li spendiamo per farci la crociera in navi di super lusso… magari per visitare le fantastiche coste maltesi.

E’ chiaro che c’è qualcosa che non va, qualcosa che impedisce a chi di dovere di sanzionare Malta e l’Italia stessa per non aver adempito al loro dovere.

E’ chiaro che se l’unico provvedimento adottato deve essere un monito fatto attraverso un comunicato stampa c’è qualcosa che non va. Quel qualcosa potrebbe essere la stessa società europea, o addirittura quella mondiale, i cui “ingranaggi” hanno la priorità di essere ingrassati dagli untori rispetto a quelli che tutelano i diritti umanitari.


Accogliere immigrati provenienti dalla Libia, dalla Somalia, dalla Turchia e da tutti quei paesi che stanno vivendo una situazione drammatica, per piccoli paradisi come Malta e Lampedusa, significa un grande calo nel business del turismo. Chi spenderebbe soldi per farsi una vacanza in un posto dove ogni 24 ore sbarcano immigrati? Perché salvare/accogliere quelle vite umane quando si possono salvare/accogliere i propri affari soprattutto con il benestare delle alte autorità? Se farsi una vacanza in posti come questi, facendo crescere il loro turismo, significa dare spazio ad avidi faccendieri che si ingozzano di cavilli burocratici per garantire i proprio interessi… direi che quest’anno è il caso di farsi una vacanza nelle proprie città.


Foto: www.romagnaoggi.it

martedì 12 maggio 2009

Clandestini libici: la nostra coerente incoerenza

Il detto e il...risaputo


Un viaggio tra barconi libici rispediti al mittente e l’arte italiana del girare le frittate




ENGLISH

Oggi voglio presentarvi un piccolo caso di diversità affetta da incoerenza congenita.

Avete presente il mondo ecclesiastico? Quello composto da persone che placcano le loro chiese di oro, argento e gingilli vari e che si mettono dei crocifissi al collo con cui sfamerebbero almeno 300 bambini del Burundi? Quelli che predicano tante cose buone e zuccherose e che poi nascondono i preti pedofili dietro la loro vaticana giurisdizione? Ok, ce li avete presenti.





Ogni tanto questi esemplari possono stupirci con strane affermazioni che possono sembrare addirittura umane:


1. Padre Gianromano Gnesotto (direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati della Cei): le norme del ddl sicurezza oltre a mettere a repentaglio i diritti umani degli immigrati mettono in pericolo, più in generale, il riconoscimento dei diritti fondamentali alla salute a all’istruzione di tutti i cittadini.




2. Monsignor Agostino Marchetto (segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti): “il rimpatrio dei clandestini in Libia ha violato le norme internazionali sui diritti dei rifugiati", e alcune norme del pacchetto sicurezza - come la denuncia obbligatoria dei medici - preludono a "gravi difficoltà" per la realizzazione dei diritti umani degli immigrati in Italia.



3. Padre Alex Zanotelli (missionario comboniano): "Sono shoccato di fronte a vicenda come questa, e' una vergogna nazionale. Prima di tutto perché a respingere gli immigrati è l'Italia, che menziona nella sua Costituzione per due volte il diritto all'asilo politico, anche se non ha ancora una legge sull'argomento".


Ma la giustizia divina, che da sempre muove i fili dell’italiana incoerenza, impone che se da una parte sembra che ci sia un modo di non sembrare proprio i più deficienti dell’universo, dall’altra…



1. Cota, (capogruppo della Lega alla Camera): "Sono cattolico e parlo spesso con il mio parroco ed anche con il mio vescovo e queste posizioni, come quelle di monsignor Marchetto, non sono le posizioni della Cei. In più occasioni, anche pubbliche, la Chiesa non ha mai detto di essere contraria ai provvedimenti che il Governo sta attuando in questi giorni in materia di immigrazione".


2. Secondo Cicchitto (presidente dei deputati PdL), non è razzismo respingere i barconi provenienti dalla Libia: "Anche per questo - afferma - è stato messo il voto di fiducia sul DdL sicurezza. Non si può giocare sull'equivoco fra immigrazione clandestina e immigrazione fondata sui flussi previsti della legge Bossi-Fini, che mantiene la sua validità di fondo. Se, in nome di un generico antirazzismo, questi due tipi di immigrazione vengono confusi i danni sarebbero gravissimi, anche perché l'Italia diventerebbe il ventre molle dell'Europa" a fronte di paesi che, come Francia e Spagna, "seguono una linea assai rigorosa, anzi dura".


3. E in linea con quanto appena detto, Calderoli (ministro per la Semplificazione Normativa): “I respingimenti non sono mai esistiti prima d'oggi, sono merito della Bossi Fini e oggi si possono realizzare"…”sottolinea un passaggio rivoluzionario rispetto al passato".
4. Maroni, (ministro dell’Interno) soddisfatto, dice “in 5 giorni abbiamo respinto oltre 6 barconi per circa 1500 clandestini che sarebbero dovuti essere ospitati da noi”. E ancora “Chiudendo l'emorragia dalla Libia, possiamo dire che la piaga dell'immigrazione clandestina può dirsi risolta. Non e' stato facile”.



Ma mentre cerco di ricordare quand’è che abbiamo dato una laurea ad honoris causa in medicina a Maroni, mi assale un dubbio: ma qualcuno fuori dal Bel Paese queste cose le ascolta?




Nemmeno il tempo di pensarlo, e mentre Maroni sta finendo la frase “svolta storic..”, ecco l’Onu:

  • Tra “grave preoccupazione” e “profondo rammarico per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato lo svolgersi di quest’episodio”, l’Unhcr parla per bocca di António Guterres, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati: “Rivolgo un appello alle autorità italiane e maltesi affinché continuino ad assicurare alle persone salvate in mare e bisognose di protezione internazionale pieno accesso al territorio e alla procedura di asilo nell’Unione Europea”.
  • E ancora Laurens Jolles, Rappresentante dell’UNHCR in Italia: “Finora abbiamo lavorato in stretta collaborazione con le autorità italiane a Lampedusa e in tutto il paese per garantire che le persone in fuga da guerre e persecuzioni ricevano protezione in linea con la Convenzione di Ginevra del 1951. E’ di fondamentale importanza che il principio internazionale di non-respingimento continui ad essere integralmente rispettato”.
  • Fino a giungere a Thomas Hammarberg, commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, che invita la comunità internazionale a “sostenere le posizioni del Vaticano e dell’Onu e fermare l’iniziativa unilaterale dell’Italia”. Aggiungendo che “L'iniziativa italiana mina totalmente il diritto di ogni essere umano di ottenere asilo".


Dato che ci sono, ricordo che la Libia non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati del 1951 e non dispone di un sistema nazionale d’asilo troppo efficiente.

Tra i tanti benpensanti dello Stivale arriva poi anche don Luigi Ciotti che, abituato a combattere con l’associazione di cui è presidente, Libera, non si perde in chiacchiere e va diretto al punto: “La società multietnica è una realtà di tutti i paesi sviluppati, ma solo da noi il fenomeno migratorio è oggetto di semplificazioni, misure demagogiche quanto impraticabili, cinici giochi di potere. Solo da noi una vicenda umana che riguarda il destino di migliaia di persone ma anche il nostro – perché solo insieme alle persone straniere possiamo pensare di avere un futuro, una nuova ricchezza culturale e un nuovo sviluppo economico - pare scivolare in una china d'inciviltà e di disumanità”.


E, giustamente, ricorda che “dati alla mano, è dimostrato che là dove la questione migratoria è stata affrontata con un 'mix' di lungimiranza e umanità, creando le condizioni per una integrazione vera, una piena titolarità di diritti e doveri, i reati sono diminuiti”.
Sante parole caro don Ciotti!

A questo punto, come in tutti i Paesi democratici dell’Occidente, sarebbe intervenuto il capo dello Stato a portare ordine, senso del dovere e a distribuire un po’ di responsabilità. Ah, ma eccolo!

5. Il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, dice: "La cooperazione internazionale è da privilegiare anche nel contrasto dell'immigrazione clandestina e della criminalità straniera sul territorio nazionale, che rischiano di ingenerare una diffusa percezione di insicurezza e preoccupanti fenomeni di intolleranza".

No no, scusate, mi ero sbagliata… di solito la gente ascolta lui:

6. Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio:"La sinistra aveva aperto le porte, la sinistra era ed è quella di un'Italia multietnica: la nostra idea non è così".


E così, pensate a come in realtà siamo multietnici: nella

home page dell’unhcr ci ritroviamo tra gli articoli che parlano preoccupati di Ciad e Pakistan!

Nel frattempo il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha detto di "appoggiare" le richieste fatte dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) all'Italia di riammettere i respinti con i requisiti per chiedere protezione. E Berlusconi? Appoggia Maroni.



E Maroni che diceva?



“Confermo e garantisco che le critiche, le accuse anche violente che ci vengono fatte da qualche rappresentante dell'Onu, che non è l'Onu, e da qualche organizzazione cattolica, che non è il Vaticano, mi entrano da una parte e escono dall'altra”.

Ah, giusto! Praticamente… se ne fotte!


E ora il punto della situazione:
  • Libia
  • Italia
  • Persone che vengono (de)portate da un'altra parte
  • Xenofobia
  • Organizzazione internazionale che si oppone
  • Il capo dello stato “simbolico” che fa lo gnorri


Ma... che strana sensazione... mi sembra di averle già sentite queste cose..


Ah! Ma mi stavo dimenticando una dichiarazione!


7. La Russa (ministro della Difesa): "Sostenere che la società italiana debba essere assolutamente convinta che occorra mantenere la propria identità, tradizioni, cultura, non significa che non possono diventare italiani persone di qualunque religione, razza e provenienza, ma significa che non bisogna disperdere la nostra storia che ci vede unici nel mondo".


Ma non finisce qui. "La tesi di difendere l'identità italiana una volta eravamo in pochi a difenderla, ora con le parole del presidente del Consiglio siamo la maggioranza".



Aspettate un attimo... siamo sempre nel 2009, vero?




(Vi invito a leggere

qui, dove la questione è affrontata in un modo più... serio!)



ENGLISH

DiverLANGUAGE
:


Libyan clandestines: our consistent inconsistency
A trip between Libyan returned to the sender and the Italian art of art of spinning the omelettes


Today I want to present you a small case of differences affected by congenital inconsistency.


You know the ecclesiastical world? That one composed by people who plat their churches with gold, silver and various trinket and get a crucifixes in the neck with which they’d be able to feed at least 300 children in Burundi? Those who preach many good e sweet things and who hide priests pedophiles behind the Vatican’s jurisdiction? Ok, you’ve got them.


Sometimes these samples may surprise you with strange statements that may even seem them human:


1. Father Gianromano Gnesotto (Director of the Office for the Pastoral Care of immigrants - Cei): standards of safety plan in addition to endangering the human rights of immigrants pose a threat, more generally, the recognition of basic rights to health and to education for all citizens.

2. Monsignor Agostino Marchetto (Secretary of the Pontifical Council for Migrants and Itinerant People): "the repatriation of illegal immigrants in Libya has violated international standards on the rights of refugees", and some rules of the security package - such as the compulsory notification of doctors - prelude "serious difficulties" for the realization of human rights of immigrants in Italy.

3. Father Alex Zanotelli (Comboni missionary): "I am shocked in front of these things, it’s a national disgrace. First of all, because to reject immigrants is Italy, which mentions the right to asylum politically for two times in its constitution, even if do not have a low on this”.

But the divine justice, which always moves the Italian inconsistency wires, imposes that if on one hand it seems that there is a way to not sound like the most deficient of the universe, on the other ...

1. Cota, (leader of the Lega in the House): "I am a Catholic and often speak with my pastor and also with my bishop and these positions, such as Monsignor Marchetto, are not the positions of Cei. On several occasions, including public ones, the Church has never said that it was against the measures that the Government is implementing in these days about immigration."

2. According Cicchitti (Chairman of the Members PDL), is not racism to reject the boats from Libya: "Even for this - affirms – the DDL security plan has been voted. We cannot play on the misunderstanding between illegal immigration and immigration policy based on the pattern provided by Bossi-Fini law, which remains valid in the background. If, in the name of a generic anti-racism, these two types of immigration are confusing the damage could be enormous, and Italy could become the soft belly of Europe" compared with countries such as France and Spain,"that follow by a very strict, even harsh line."

3. And in line with what we just said, Calderoli (Minister for legislative Simplification): "The refusals have never existed before today, they are worth of Bossi-Fini law and today we can achieve them" ... "it emphasizes a revolutionary step with the past" .

4. Maroni, (Interior Minister) satisfied, says "in 5 days we have rejected more than 6 boats for about 1,500 illegal immigrants who should have been hosted by us." And yet "Closing bleeding from Libya, we can say that the scourge of illegal immigration can be considered resolved. It's not been easy."

But while I try to remember when Maroni’s got a medicine degree, a doubt comes to me: is someone outside Italy hearing all these things?

Not even time to think it, and while Maroni is ending the phrase "historical turning point ..", here's the UN:

Between "serious concern" and "deep regret at the lack of transparency that has characterized the unfolding of this episode," the UNHCR speaks by the mouth of António Guterres, the UN High Commissioner for Refugees: "I call the Italian and Maltese authorities to continue to provide to persons saved at sea and in need of international protection, full access to the territory and asylum procedure in the European Union. "

And Laurens Jolles, UNHCR Representative in Italy: "So far we have worked in close collaboration with the Italian authorities in Lampedusa and throughout the country to ensure that people fleeing war and persecution are given protection in line with the Geneva Convention of 1951. It’s of vital importance that the international principle of non-refoulement continues to be fully respected ".

Reaching to Thomas Hammarberg, Commissioner for Human Rights of the Council of Europe, which calls the international community to "support the positions of the Vatican and the UN and stop the unilateral initiative of Italy." He adds that "The Italian initiative completely undermines the right of every human being to obtain asylum."

I remember that Libya has not acceded to the Convention on Refugees of 1951 and it does not have an efficient national system of asylum.

Among the many well-meaning broadsheets of “the Boot” comes also don Luigi Ciotti, accustomed to fighting with the association of which he is chairman, Freedom (an anti-mafia association), he is not lost in the chatter and goes direct to the point: "The multi-ethnic society is a reality for all countries developed, but only by us, the phenomenon of migration has been simplified, populist measures as unworkable, cynical games of power. Only from us a human story that concerns the fate of thousands of people but also our own - because only together, with the foreign people, we can think of having a future, a new cultural richness and a new economic development - it seems to slip into a china of incivility and inhumanity. "

It rightly points out that "data in hand, it has shown that wherever the migration issue has been addressed with a 'mix' of vision and humanity, creating conditions for a real integration, full ownership rights and duties, the offenses have fallen."

Saints words, dear don Ciotti!

At this point, as in all democratic Countries, the head of State would be operative to bring order, sense of duty and deliver responsibilities. Ah, but here he is!

5. The President of the Republic, Giorgio Napolitano, said: "International cooperation has to be favored in the fight against illegal immigration and crime on foreign territory, which are likely to lead to a widespread perception of insecurity and worrying phenomena of intolerance."

No no, sorry, I was wrong ... People usually use to listen to this guy:

6. Silvio Berlusconi, President of the Council: "The left had opened the doors, the left was and is for a multiethnic-Italy: our idea isn’t so."

So, in effect we are multi-ethnic in the reality: in the home page of the UNHCR, we are among the anxious articles about Chad and Pakistan!

Meanwhile, the UN Secretary General Ban Ki-moon said he "supports" the demands made by the United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) to Italy to readmit dismissed by the requirements to seek protection. And Berlusconi? He supports Maroni.

E Maroni said that…?

"I confirm and assure that criticism, including violent allegations made by some UN representative, who is not the UN, and some Catholic organization, which is not the Vatican, comes from a ear and leave to the other.”

Ah, right! Basically ... he doesn’t care!


And now the state of play:

  • Libya
  • Italy
  • People who are (de) courses elsewhere
  • Xenophobia
  • Opposition of an International organization
  • The “symbolic” head of state which is neutral

But… what a strange feeling ... I seem to have already heard these things...

Ah! I was forgetting a statement!

7. La Russa (Defense Minister): "To maintain that the Italian society has to be convinced that it needs to keep its own identity, traditions, culture, does’t means that persons with different religion, race or origin can’t become Italian. It means that we must not disperse our history, it means that we are unique in the world."


But there's more. "Once there were few people to defend the Italian identity, now - with the words of the President of the Council - we are the majority."

Wait a minute ... Are we in 2009, is that so?

sabato 18 aprile 2009

Minority through a lens




Prendi 7 baldi giovani europei, portali a Bruxelles, mettili davanti ad una macchina fotografica e ad una minoranza. Ecco cosa ne viene fuori.


I dubbi sul mondo dei rom c'erano, ed erano pure parecchi. Sono scomparsi gradualmente. A sostituirli sono stati punti interrogativi. Ma a quelli c'è sempre una soluzione. E allora abbiamo parlato con alcune persone che lottano ogni giorno con tutte le calde tematiche che vi ruotano attorno... o che ci sono dentro fino al collo.

Comicia Martin Demirovski, lavora per un parlamentare europeo a Bruxelles, la sua famiglia era rom e lui si sente profondamente rom. Critica aspramente i giornali, il loro linguaggio, i titoli e le bugie. Sconcertato da alcune situazioni in cui vivono i rom in varie parti d'Europa, se la prende - ovviamente - con l'Italia. Poco prima, infatti, era stato incendiato il campo rom nella provincia di Napoli, a Ponticelli, dalle poltrone del potere del nostro parlamento si levavano accesi dibattiti sulle classi separate per gli stranieri. Insomma...


Essendo l'unica rapprentante della nazione, quest'omone mi guardava e diceva "Ehhh, Berlusconi", e io "Ehhh, a me lo dici?!". Ma questa è un'altra storia...

Dopo le polemiche è Koen Geurts, un operatore e mediatore sociale, a spiegarci schiettamente contesto, superficialità e realtà rom: c'è chi segue i genitori che rubano (e ci riesce) e chi non vuole rubare, che studia e vuole qualcosa di più dalla vita (e non ci riesce). Ma loro non sono stranieri e quindi diversi? E allora perchè questa mi sembra di averla già sentita in Italia? Niente niente siamo tutti rom e non lo sapevamo?!


Con queste premesse siamo andati nelle loro scuole, nelle loro chiese, nelle loro case. Abbiamo provato a dare più di un semplice ritratto. A volte ci chiedavamo perché e spesso le loro risposte erano timidi sorrisi di ringraziamento o determinate spiegazioni del loro modo di vivere.


Noi ci siamo limitati a fare un forellino attraverso quella realtà che ci è data e quella sorta di chiusura che i rom usano come difesa. Ed è guardando attraverso quel buco che li abbiamo spiati...





Daniel e Luisa, appena usciti da scuola











Fuori la scuola. Contro ogni timidezza...





Dall'altra parte della strada qualcuno ci guarda con diffidenza








Stefanie, mediatrice e maestra dei bambini rom








Nella scuola con i più grandi





Elariu è un uomo che ha viaggiato molto. Nel suo paese, in Romania, è un politico importante.Sa parlare quasi tutte le nostre lingue. Quando ha saputo che ero italiana mi ha detto: "ahhh gli italiani! Brave persone, davvero buone. Sempre allegre... Rom e italiani sono uguali".









A chi non ha un indirizzo fisso la posta arriva qui, nelle organizzazioni no profit che si interessano delle comunità rom, dove lavora Koen. Per lo più si tratta di pubblicità religiosa.











Elariu ci ha portati a casa sua.
Ci ha fatto leggere alcuni documenti e giornali che parlavano di lui.
Ci ha fatto vedere persino i fogli di iscrizione alle elezioni. (Egocentrismo o paura del non credente???)




Sua moglie.
Elariu ci ha riempito la testa delle sue folli imprese. Un esempio?
Ha almeno sette amanti che hanno la metà dei suoi anni.
Però ci raccomanda: "non ditelo a mia moglie, eh!".





Conversazioni leggere...




I vicini di casa.
Un attimo fugace. Entriamo, il capofamiglia si assicura che non vengano fatte foto a lui. Un paio di scatti e poi via. Giusto il tempo di vedere un harem di figli mezzi dormienti.










In chiesa.
Una chiesa in cui si arriva con l'ascensore. In un appartamento. Prima, dopo e durante la cerimonia è... musica.




Alla fine della funzione c'è la preghiera che dicono tutti insieme. Prima era solo la guida della comunità che parlva per tutti. Ognuno la dice come vuole. Qualcuno la dice urlando, altri piangendo, altri annuiscono convinti. Quasi tutti ad occhi chiusi. Come in trance.







Alla fine della cerimonia il vecchietto seduto vicino la porta si alza. Sistema tutto su una sedia e vende cd di musica rom. (E ne vende eh!)

























Reportage for: European Youth Media Days, October 2008, Brussels.

Foto di: Thomas Alboth, Patrick Buck, Ambrus Havath, Antoine Le Roux, Monica Monté, Emiliana Pistillo, Inga Varslavova, Andrei.