domenica 5 aprile 2009

La saggezza di Calderoli

(Volevo riportare solo quel pezzo ma non c’è l’ho fatta... È troppo comico quell’uomo... )










Il ministro leghista attacca l’ex leader di An sul referendum elettorale
«Caro Gianfranco, così non va
Non diremo mai sì al bipartitismo»



Intervista a Calderoli. Di Rodolfo Sala.
(la Repubblica, 29 marzo 2009)

Due no a Fini dalla Lega: al referendum elettorale che introdurrebbe il bipartitismo e alla “società multietnica” immaginata dal presidente della Camera. A stopparlo, Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione e coordinatore delle segreterie del Carroccio: «Mi fa piacere che Fini condivida la necessità di aprire subito una fase costituente per dare al Paese le riforme di cui ha bisogno, ma sostenere nello stesso il referendum mi sembra paradossale e contraddittorio rispetto a quest’obiettivo».


Perché?
«Per la riforma costituzionale non partiamo da zero. Bossi e io stiamo già lavorando a un testo condiviso, così come è successo per il federalismo fiscale: fine del bicameralismo perfetto, Senato federale eletto con il proporzionale puro e che tra l’altro non dovrà esprimere la fiducia al governo».


Quindi?
«Se passasse il referendum introdurrebbe una legge elettorale finalizzata a ottenere maggioranze solide anche al Senato. Non avrebbe senso, faremmo una legge per qualcosa che non c’è già più».


E poi?
«Sostenere il referendum significa due cose. La prima: far conoscere il rischio di delegittimazione al Parlamento, nel caso che il quesito passasse. Non ce lo possiamo permettere, alle visite ci sono già le europee e le amministrative che inevitabilmente rallentano l’azione di governo».


La seconda?
«Sarebbe anche rinunciare alla possibilità di avviare vere riforme istituzionali. Personalmente, poi...»


Che cosa?
«Ho seri dubbi che il bipartitismo, perché questo si vorrebbe introdurre con il referendum, possa coniugarsi con la democrazia».
Addirittura.
«La democrazia, anche in tempi di bipolarismo come questo, è fatta di tante voci. Due poli, anzi due partiti, che si alternano alla guida del Paese senza tenere conto di posizioni diverse, non vanno bene: questo sì che sarebbe pensiero unico».


Lei difende il “porcellum” perché ne è il padre...
«Ho fatto di tutto per cambiarlo, e per questo mi hanno sparato alla schiena».

Però Berlusconi immagina un Pil al 51 percento.
«Si, e io posso sperare di diventare biondo e alto due metri, insomma di trovare il filtro dell’eterna giovinezza...».


Non teme che il Fini referendario possa trovare una sponda nell’opposizione?
«Difficile. Veltroni lavorava a quel progetto, con i risultati che tutti possiamo vedere. Nella nuova leadership de Pd invece c’è dibattito, e stanno prevalendo coloro che ritengono necessaria una politica di alleanze, con un allargamento della coalizione».


Poi c’è Fini che parla di “società multietnica”
«Io sono felice di essere e restare padano. Oggi più di ieri, perché c’è una grave crisi economica: con i problemi di occupazione che abbiamo, prima di tutto bisogna aiutare le nostre famiglie, non possiamo far arrivare qui persone che un lavoro non lo troverebbero mai. Finirebbero per promuovere attività illegali, altro che integrazione».


Nessun aiuto agli stranieri?
«Si, ma a casa loro. Mica si può svuotare il mare con un cucchiaino».






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